Partire per l’estero o rientrare in Italia richiederà quest’anno un’attenzione in più. Prima di raggiungere stazioni o aeroporti, prima ancora di prenotare un viaggio, è fondamentale verificare quali obblighi anti-Covid sono richiesti per poter attraversare i confini, anche solo in transito.
Al momento il mondo è diviso in cinque fasce, per ognuna delle quali ci sono diverse norme da rispettare per viaggiare sicuri. Primo passo: il green pass, il «certificato verde» (cartaceo o digitale) necessario a molti via libera. Dal 1 luglio sarà valido come «EU digital Covid certificate» per viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen. E’ in arrivo, scaricabile qui o attraverso app «Immuni». o «Io». La società che gestisce l’app ha pubblicato, sul proprio profilo Twitter, un video di istruzioni. Nel frattempo l’Italia (dove ad oggi solo la Valle d’Aosta resta in zona gialla e tutte le altre regioni sono «bianche») ha attivato dal 17 giugno scorso la piattaforma nazionale per ottenere la certificazione, che attesta l’avvenuta vaccinazione, o la guarigione da Covid-19, oppure il risultato negativo del test molecolare o antigenico. Dall’avvio del servizio a livello nazionale, sull’app «Io» il cittadino può in due semplici passaggi visualizzare e archiviare su smartphone o tablet il proprio pass: riceverà una notifica sul proprio dispositivo senza fare richieste, né inserire codici o altri dati. E’ sufficiente aver fatto almeno una volta l’accesso con Spid o Cie. L’app mostra il QR code e i dati del certificato, che potrà quindi essere esibito direttamente. Inoltre, cliccando sul pulsante «Dettagli» della stessa schermata, si può leggere il contenuto del certificato e i relativi dati sanitari.
Va detto subito che per Bangladesh, Brasile, India e Sri Lanka il Ministro della Salute ha – alla data di oggi – disposto il divieto di ingresso in Italia per chi vi ha soggiornato o anche solo transitato nei 14 giorni precedenti a quello in cui si vorrebbe tornare nel nostro Paese.
Green Pass, ecco cos’è, come funziona e a che serve:
Ecco, nel dettaglio, tutte le altre restrizioni. Restando molto vicino a casa non sono previste restrizioni per chi, dall’Italia, attraversa i confini di San Marino e della Città del Vaticano. Per chi entra però a San Marino o a Città del Vaticano dall’estero occorre invece naturalmente verificare prima gli obblighi dell’ingresso in Italia.
Sì ai turisti, ma attenti agli obblighi da rispettare
Sempre considerando le disposizioni ad oggi sono consentiti, senza necessità di fornire una motivazione motivazione, i viaggi da e per Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco e Israele. Per quanto riguarda il Regno Unito e l’Irlanda del nord (compresi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale, e le basi britanniche nell’isola di Cipro) dal 14 maggio scorso è considerato un caso a parte: chi ha soggiornato o anche solo transitato qui nei quattordici giorni precedenti l’arrivo in Italia deve presentare un documento che attesti di essersi sottoposti a test molecolare o antigenico nelle 48 ore precedenti l’arrivo in Italia (rigorosamente con esito negativo). Indipendentemente dall’esito del test deve comunque sottoporsi a sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario a casa per 5 giorni, informando il dipartimento di prevenzione della propria Asl: al termine di questo periodo dovrà infine sottoporsi a un nuovo test molecolare o antigenico. I bambini sotto i 6 anni di età non sono obbligati a sottoporsi al test, ma dovranno restare comunque in isolamento.
Certificato in tasca e isolamento per 10 giorni all’arrivo in Italia
Fino almeno al 30 luglio (e se la situazione resta immutata) se nei 14 giorni precedenti il rientro (o l’ingresso, per gli stranieri) in Italia si è soggiornato o anche solo transitato in Australia, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, Tailandia è obbligatorio compilare il formulario on-line di localizzazione (Digital Passenger Locator Form – dPLF), avere un certificato che attesti il risultato negativo di un test molecolare o antigenico eseguito nelle 72 ore precedenti, informare l’Asl del territorio del proprio ingresso in Italia, restare comunque in isolamento e sorveglianza 10 giorni. Dall’aeroporto si può raggiungere casa esclusivamente con un mezzo privato. Dopo i dieci giorni di quarantena è obbligatorio effettuare un altro tampone.
Chi proviene da Canada, Giappone o Stati Uniti ed è in possesso di un green pass valido può entrare in Italia senza obbligo di test e isolamento: deve però compilare il digital Passenger Locator Form e comunicare la propria presenza all’Asl competente per territorio.
Niente viaggi per turismo
In tutti i Paesi che fanno parte del resto del mondo, non elencati sopra, ingressi e uscite sono permessi solo per lavoro, motivi di salute, studio oppure di assoluta urgenza, o per tornare a casa. Vietato quindi entrare e uscire per turismo.
Spostamenti brevi
Fino al 30 luglio chi rientra in Italia da località estere a una distanza non superiore a 60 chilometri dal luogo di residenza, domicilio o abitazione, e non sè fermato più di 24 ore non è obbligato ad alcun test. Se si viaggia su mezzi propri e non si è rimasti all’estero (sempre entro i 60 chilometri di distanza da casa) oltre le 48 ore non è necessario neppure compilare né il «digital Passenger locator form» né un’autodichiarazione.
Attenzione agli imbarchi
Da non dimenticare che sui cosiddetti voli Covid-tested l’imbarco è consentito solo muniti di test antigenico rapido eseguito prima dell’imbarco, o esibendo il risultato negativo di un test molecolare o antigenico effettuato non oltre le 48 ore precedenti all’imbarco. E all’arrivo in Italia, si è nuovamente sottoposti a test in aeroporto.
Il portale «Viaggiare sicuri» del ministero degli Affari Esteri ricorda che «nel caso di mancato imbarco sul volo Covid-tested, per risultato positivo al Covid-19, è previsto, a cura del vettore aereo, il rimborso del biglietto o l’emissione di un voucher di pari importo su richiesta del passeggero, entro quattordici giorni dalla data di effettuazione del recesso e valido per diciotto mesi dall’emissione». La sperimentazione dei voli Covid-tested per il momento è estesa fino al 30 ottobre 2021.
Dite sempre dove siete
Covid o non Covid, soprattutto quando si tratta di viaggi più «avventurosi» è sempre bene dire alla Farnesina dove andiamo e per quanto tempo. E’ sufficiente collegarsi al link del Ministero e in pochi passaggi possiamo comunicare la nostra destinazione. Serve e servirà – anche dopo il Covid – per poterci rintracciare in caso di emergenza.
Sempre sul sito «Viaggiare Sicuri» del ministero occhio alle ultimissime notizie: sulla pagina degli aggiornamenti è possibile trovare, Paese per Paese, eventuali modifiche alle regole finora decise per chi parte, arriva o transita da un confine all’altro, da e per l’Italia, finché il pericolo Covid continuerà a imporre prudenza.